Gli spettacoli pubblici, fino al Seicento, furono quasi esclusivamente di genere equestre, allestiti in ambienti prevalentemente scoperti, particolarmente graditi alle masse popolari. I soli pochi luoghi al coperto, generalmente sotto i portici dei palazzi padronali, potevano proporre un genere di spettacolo più esclusivo, esteso, ad esempio, ai virtuosi esercizi d’armi, oppure più mentalmente impegnato, magari consistente negli studi e nei raduni a scopo letterario, artistico, o culturale in genere. Per l’occasione vi si erigeva un’impalcatura teatrale provvisoria, in legno, che doveva essere smontata ogni volta. Tutte le strutture teatrali, d’altronde, sino alla metà del Settecento, erano provvisorie, da utilizzare per un breve, o persino brevissimo periodo, e poi smantellare. Gli ambienti teatrali veri e propri, si sa, datano dal Settecento inoltrato.
L’Umanesimo ed il Rinascimento avevano fatto nascere un teatro profano, prevalentemente d’élite e di corte, gestito dai ristretti cerchi dei letterati, e, sicuramente più tragico che comico, si rifaceva soprattutto alla tradizione classica. Quasi contemporaneamente, si era creato un secondo teatro particolarmente destinato alle masse popolari, che cercava, innanzi tutto, di divertire il pubblico. Lo spettacolo che ne scaturiva, era a metà strada fra la commedia e la farsa e le scene proposte erano di vita comune.
Nel primo periodo del Settecento, si frequentava il teatro considerandolo soprattutto un vasto ambiente comune e ritrovandosi per ragioni più amene: ascoltare un po’ di musica o canto, conversare, oppure dedicarsi al giuoco. Erano, in ogni modo, gli spettacoli equestri e gli esercizi d’armi, a conservare il predominio delle scene.
Nel tardo periodo barocco, tra la fine del Settecento ed i primi dell’Ottocento, s’impose, con gran successo, il melodramma, una nuova e complessa forma di teatro ritenuta “perfetta”. La così detta opera è un dramma con accompagnamento musicale, contemporaneamente gradito, sia dalla borghesia, che dalle masse popolari cittadine.
Anche le vicende artistiche del Teatro Grande seguirono nei secoli la tendenza generale dei teatri storici italiani ed europei. Dalla fine del Settecento gli spettacoli furono raggruppati principalmente in 2 stagioni, quella di Carnevale, che si svolgeva tra dicembre e febbraio, e quella della Fiera, che si svolgeva invece tra agosto e settembre in concomitanza della fiera bresciana di fine estate. Solo nel 1912 poi si aggiunse la stagione di Primavera. L’inaugurazione del nuovo teatro denominato “Grande”, avvenne il 26 dicembre 1810, con la prima rappresentazione de “Il sacrificio di Efigenia”, un’opera musicalmente composta da Giovanni Simone Mayr (1763-1845), maestro del bergamasco Gaetano Donizetti.
Dalla fine dell’Ottocento ad oggi sono state messe in scena al Grande le più importanti opere liriche della tradizione italiana, facendo quasi sempre il tutto esaurito. I più grandi artisti italiani e di fama internazionale hanno calcato il palcoscenico del Massimo bresciano, sia durante le opere sia nei concerti organizzati per varie manifestazioni. Memorabili rimangono La Bohème del 1896, diretta dal Maestro Arturo Toscanini, e quella del 1963 con la Zeani ed il debuttante tenore Luciano Pavarotti (già presente l’anno precedente per il Rigoletto),la stagione del 1937 con la debuttante Magda Olivero ed il tenore Giuseppe Lugo, e la stagione lirica del 1950 con Maria Callas nell’Aida.
Nel corso della sua attività il Teatro Grande ha proposto al pubblico, oltre alle stagioni operistiche, spettacoli di prosa, danza e operetta, con la partecipazione dei più celebri artisti; nella seconda metà del ‘900 sono stati ospitati anche concerti di musica classica, di jazz e di musica leggera.
Dal 2010, con l’avvento della Fondazione del Teatro Grande di Brescia la programmazione è stata ampliata ai vari generi dello spettacolo dal vivo: la pluridisciplinarietà e i giovani sono obiettivi fondamentali della nuova gestione. L’idea è quella di un teatro aperto che diventi punto di riferimento per la città e per il territorio, dove trovino spazio diverse discipline per diversi pubblici, affinché il teatro sia uno spazio vivo e di confronto.
In particolare il cartellone della Fondazione del Teatro Grande ha visto affiancarsi la tradizionale Stagione d’Opera e Balletto, l’attività concertistica – suddivisa in appuntamenti di musica sinfonica, musica da camera, musica barocca e contemporanea, jazz e pop – e le proposte di danza, oltre ai progetti speciali e agli appuntamenti culturali e per i più piccoli.La programmazione ha puntato sulla presenza di artisti e compagnie di livello internazionale, ma anche sulla valorizzazione dei giovani talenti con l’obiettivo di fare del territorio bresciano una eccellenza nazionale e internazionale.
La proposta d’Opera rappresenta l’elemento cardine della programmazione e affianca alla messa in scena del grande repertorio l’apertura sempre più incisiva nei confronti del contemporaneo. I titoli d’opera sono prevalentemente coprodotti nell’ambito del Circuito OperaLombardia, il network creato dai cinque Teatri di Tradizione lombardi (il Teatro Grande di Brescia, il Teatro Sociale di Como, il Teatro Ponchielli di Cremona, il Teatro Fraschini di Pavia e la Fondazione Donizetti di Bergamo) che costituisce un unico grande cartellone d’Opera. La rete vede come partner anche la compagine orchestrale dei Pomeriggi Musicali – che si esibisce regolarmente nelle produzioni del Circuito – il Teatro alla Scala e Regione Lombardia. Sotto il brand di OperaLombardia si coniugano produzioni, strategie di comunicazione e marketing anche in un’ottica di incremento dell’attrattività turistica e di valorizzazione dell’opera lirica come eccellenza nazionale da esportare nel mondo.
Importanti anche i progetti speciali come La Festa dell’Opera, manifestazione unica in Italia che per la sua importante valenza educativa ha ricevuto un Premio Abbiati della critica musicale italiana. Il progetto si basa su una innovativa modalità di promozione dell’opera che viene portata fuori dalle mura del Teatro per incontrare un pubblico nuovo: dall’alba alla mezzanotte, in un solo giorno e in oltre 50 luoghi della Città, decine di migliaia di persone vengono coinvolte in appuntamenti d’opera – alcuni anche a sorpresa – che creano un effetto straniante, ma dal fascino irresistibile.